Ordinary Chaos
2012
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… Le sequenze di Ordinary Chaos ci riconducono a una dimensione segnata dalle tracce del passato ma congelata in un presente privo di punti interrogativi. Da luoghi dell’essere – appartenenti a una natura immobile e silenziosa – a luoghi del divenire – ambienti nell’apparenza quotidiani, spesso interstiziali, intrisi delle memorie dell’uomo – qui assistiamo alla comparsa di luoghi dell’accadimento senza eventi di deliziano memoria, abbandonati passivamente a una interminabile catena di cause ed effetti che, nonostante l’apertura visiva di alcune sue prospettive, ci lasciano con un retrogusto claustrofobico.
Valentina Fiore